29 nov 2010

Documento sintetico congiunto del SE, CdA, CdS sul DDL di Riforma del Sistema Universitario

Il Senato Accademico dell'Università di Palermo, già più volte e da ultimo nella seduta del 22 settembre 2010, aveva con chiarezza individuato i punti di maggiore criticità del DDL di Riforma del sistema universitario evidenziando in particolare che:
• il sistema di governance proposto accentrerebbe eccessivi poteri decisionali nei vertici accademici ed in un Consiglio di Amministrazione dalla composizione numerica troppo esigua; inoltre la presenza di almeno tre componenti esterni all'università nella compagine del CdA induce fondate preoccupazioni su improprie ingerenze nella gestione degli Atenei, mentre la rappresentanza gli studenti e del Personale Tecnico-amministrativo diventerà del tutto residuale;
• l’incertezza normativa associata alla rivisitazione della strutturazione degli Atenei in Dipartimenti (che vengono identificati come sedi primarie di gestione della didattica) e Scuole introduce ulteriori elementi di disagio e rischia di creare un lungo e confuso transitorio prima che si possa pervenire ad un'organica attribuzione di compiti e definizione di procedure;
• l'introduzione del Ricercatore a Tempo Determinato, in assenza di un limite alla durata complessiva dei contratti pre-ruolo, di un meccanismo di vera tenure-track ed in un contesto economico caratterizzato da ridottissimi investimenti dell'industria nel sistema della ricerca e dell'innovazione, allargherebbe oltre ogni limite il fenomeno del precariato dei giovani studiosi, contribuendo in maniera determinante alla più volte esecrata "fuga dei cervelli";
• la vaghezza delle norme concernenti il "Fondo per il merito" (totalmente demandate a successivi decreti di natura non regolamentare), unitamente alla incerta consistenza finanziaria e alla previsione della necessaria restituzione delle somme erogate, pongono seri dubbi sulla possibilità di rendere effettivo il diritto allo studio, come sancito dalla Costituzione Italiana (art. 34);
• operare ex-post l'istituto dell'accreditamento delle sedi e dei corsi di studio da una parte esporrebbe gli studenti ad un elevato livello di aleatorietà sulla spendibilità dei titoli conseguiti e dall'altro finirebbe con l'accrescere il divario tra università operanti nelle regioni più ricche del paese e quelle dislocate nelle aree economicamente depresse, a partire ovviamente dal meridione d'Italia;
• l’assenza di meccanismi perequativi nel sistema di valutazione degli Atenei, che appare deliberatamente orientato alla definizione di un sistema universitario a due velocità piuttosto che al necessario miglioramento complessivo dell'offerta formativa e della capacità di ricerca e innovazione del complesso degli Atenei italiani, consoliderebbe di fatto un trasferimento di risorse dagli Atenei del Sud verso quelli operanti in aree più ricche con conseguenze esiziali per i primi.

14 nov 2010




 

Resoconto Consiglio di facoltà 11-11-10

Cari colleghi e care colleghe,
vi faccio un brevissimo sunto del CdF tenutosi ieri. All'ordine del giorno vi era “Richiesta bandi di procedure di valutazione comparativa per posti di Ricercatore universitario."
Sono in pratica continuate le considerazioni sui parametri da attuare per l'assegnazione dei posti da ricercatore banditi dalla l'università. Non c'è da fare commenti su quello che è stato detto. Ogni dipartimento ha cercato ovviamente di ricevere un ricercatore nel loro settori, e hanno parlato per ore se i parametri proposti dal preside fossero o meno attendibili.
Hanno deciso con larga maggioranza di accettare l'algoritmo studiato dal Preside e dai suoi collaboratori decidendo di bloccare inoltre gli ulteriori 10 posti per il prossimo futuro dei settori didattici che sono arrivati nel 10 posizioni successive alle prime.

10 nov 2010

PERCHÈ LE UNIVERSITÀ ITALIANE PROTESTANO?....IN POCHE PAROLE: PERCHÈ TANTA AGITAZIONE?

Si protesta contro l’azione del governo che, con la legge finanziaria del 2008 e il D.L.180 del 2009, ha ridotto del 20% i finanziamenti all’Università e alla ricerca pubblica e ha bloccato il ricambio generazionale del corpo docenti. Quale altro comparto del sistema statale (Trasporti, Sanità, Giustizia) potrebbe reggere un taglio così devastante?Allo stesso tempo è in discussione una “riforma” dell’Università ( il DdL Gelmini ) che va nella direzione opposta agli slogan sbandierati pubblicamente: merito, lotta ai baronati, sostegno al diritto allo studio.Queste politiche avranno delle conseguenze di cui tutti devono essere informati e coscienti:
  1. Aumento progressivo delle tasse universitarie;
  2. Riduzione dei servizi e un diritto allo studio slegato dalle condizioni economiche degli studenti (diminuiranno le borse di studio, le mense, le case dello studente, verranno tagliati molti corsi di laurea e verrà esteso il numero chiuso a moltissimi corsi di studio);
  3. “Perdita” di migliaia di persone qualificate che lavorano nell’Università (senza il contributo dei precari e dei ricercatori, l’Università non potrebbe garantire, nonostante l’aumento delle tasse, quell’alto livello di ricerca e formazione che, oggi più che mai, il mercato del lavoro richiede).

5 nov 2010

Estratto Consiglio di Facoltà di Ingegneria del 5-11-2010

Cari Colleghi,
in questo consiglio  il nuovo Preside Fabrizio Micari, appena insediato, ci ha mostrato qual è la situazione nella nostra facoltà riguardante lo svolgimento della didattica. Sono stati mostrati in tabella quante erano le ore spostate dal secondo semestre al primo, quanti professori in stato di quiescenza sono stati richiamati (docenti che sono andati in pensione e tornano a fare i professori gratuitamente) e a quanti corsi sono stati mutuati rispetto agli anni scorsi. Secondo le informazioni dateci i corsi mutuati in più dovrebbero essere 2. (N.b. staremo a vedere, anzi fateci sapere se ci sono condizioni disagiate).